Korolev e il primo sattellite artificiale: lo Sputnik /2

E cosi nello scetticismo generale Korolev e il suo staff misero a punto, in meno di un mese, una semplice sfera in metallo, del peso di 83,6 kg, con dentro solo una radio trasmittente, batterie e strumenti per la misurazione della temperatura e con l'intenzione di lanciarla nello spazio con un razzo che ha fallito cinque dei suoi sei lanci finora tentati. Ricorda Khomykov, membro dello staff di Korolev all'epoca, "avevamo un sacco di problemi nuovi: per esempio c'erano due peculiarità che hanno i satelliti e i missili no. Uno era il mantenimento della temperatura costante, l'altro la necessità di sigilli ermetici per assicurare la giusta performance" "dovevamo invitarci nuove tecniche e modi per produrre i necessari accessori ottico termici; non avevamo nessuna esperienza. Mi ricorda che dovevamo persuadere la produzione che Sputnik era un oggetto totalmente vuoto e non un semplice missile."

A sinistra: il primo satellite artificiale, lo Sputnik, in russo "compagno di viaggio". Cliccate per ingrandire.

In centro:
Tsiolkovsky nel suo studio. E' stato il primo ad avere dimostrato matematicamente la possibilità del lancio di un corpo nello spazio. I suoi studi sono stati fondamentali a Korolev e a chiunque oggi si occupa di viaggi spaziali.

A destra: Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, chiacchera con Korolev prima della partenza. Anche il primo uomo nello spazio è frutto dell'organizzazione scientifica di Serghei Korolev.

Sicuramente a Korolev ha giovato il suo leggendario carattere di ferro. Si racconta per esempio che quando portò il satellite in fabbrica per il collaudò, lo espose su un piedistallo, coperto di velluto, cosi che gli operai gli portassero riverenza. Controllava personalmente ogni giorno tutte le operazioni e l'andamento della tabella di marcia. Nonostante la semplicità tecnica del primo Sputnik, le operazione preliminari erano complessi. All'ultimo istante, per esempio, è arrivato l'ordine di lucidare a regola d'arte tutta la superficie dello Sputnik: gli addetti alla telecomunicazione volevano che la sfera riflettesse più raggi solari possibili, onde evitare interferenze. Il primo staff della storia umana che si stava preparando al lancio del primo oggetto artificiale nello spazio, era sotto tensione. Un idea di questo clima testo di vigilia ce la da Feaktsiov, uno dei ingeneri dello staff e futuro astronauta della MIR: "ci stavamo preparando a testare in officina il processo di separazione del satellite dal razzo vettore. In se l'operazione non è molto complessa, ma spesso riserva delle sorprese. Tutto era andato per il meglio - o cosi sembrava - quando all'improvviso Korolev raggiunse alterato l'ignaro ingegnere capo e si mise ad imprecarlo ad alta voce. Era furibondo, e per cosa? Per la povera fattura del rivestimento del modellino! Un buon rivestimento è fondamentale nell'originale perché ne dipende la temperatura del satellite, ma cosa c'entrava ora e qui sul modellino, costruito per testare tutt'altri tipi di processi? Korolev rispose furioso: "Questa palla sarà esposta nei musei!"

C'erano due satelliti pronti per la partenza: una per essere lanciata; l'altra per essere testata sulla terra e che sarà comunque lanciata più tardi. Rebrov, un altro ingegnere dello staff, ricorda chiaramente il giorno del lancio dello Sputnik 1. "La gente nella sala di controlla girava con circospezione indossando i camici bianchi. Il razzo vettore era stato assemblato in un hangar vicino. Cadde il silenzio quando l'Ingegnere in Capo, Serghei Korolev, appari. Il razzo fu portato fuori nella prima mattina del 2 ottobre 1957, Korolev ed altri ingegneri giravano nervosi: percorsero in silenzio tutti i 1.5 km dell'area di assemblaggio. Nessun ha mai saputo cosa passava per la mente a Korolev in quegli istanti, sicuro è che dopo, quando ormai Sputnik lanciò il suo primo segnale dallo spazio, sentito in tutto il pianeta, Korolev disse: "Questo è il giorno che ho aspettato per tutta la mia vita".

Il razzo vettore fu lanciato, un momento descritto tante volte. Poi il razzo usci dalla zona radio. La comunicazione con lo Sputnik fini. La piccola sala di controllo era sovraffollata. Il tempo passava lentamente. L'attesa aumentava la tensione. Nessuno più parlava. C'era un assoluto silenzio. Tutto quello che si poteva sentire erano i respiri e il costante granchio degli altoparlanti. Poi all'improvviso, prima lontanissimo, poi sempre più vicino, poi sempre più chiaramente, arrivò il famoso "beep-beep" che confermò che la piccola palla di metallo era in orbita ed in funzione. La sala esplose in urla e baci, l'Uomo austero che ha costruito quel massaggiatore aveva gli occhi bagnati. Il primo corpo mai costruito dall'uomo ha lasciato l'atmosfera Terrestre!

E ora sentiamo questo meraviglioso beep-beep!

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