Stalin e il suo modus operandi: ascesa e il Grande Terrore. /1

La Polizia Segreta.

Sin dall'inizio del regime, i Bolscheviki si appoggiarono su un forte apparato repressivo, teorizzato già da Marx, per imporre le loro leggi senza un minimo di discussione all'interno del paese. La prima polizia segreta, chiamata Ceka, fu fondata nel Dicembre 1917, come un'istituzione temporanea che sarebbe dovuta essere abolita non appena Lenin e i Bolscheviki avrebbero consolidato il loro potere. Sarebbe dovuta. Agli inizi la Ceka, capeggiata da Feliks Dzerzhinskii e da allora considerato il padre fondatore dell'intero sistema repressivo, si occupava solo di indagini contro i crimini "controrivoluzionari". Ma ci volle poco perché l'intera organizzazione acquisisse da subito il potere di giustizia sommaria e iniziasse una campagna di terrore contro le classe agiate, etichettate subito, ed in toto, nemici della rivoluzione. Sebbene molti bolschevichi stessi erano disgustati dai suoi metodi e ne denunciava no in continuazione gli eccessi, la Ceka contino a lavorare perché fin da subito fu chiaro che il suo apporto era fondamentale al nuovo regime. Il regime iniziava ad acquisire sempre più un volto dispotico e repressivo. La strada a Stalin era già stata tracciata.

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A sinistra: Felix Dzerzhinskii e Lavrentij Berija, i due macellai a capo della polizia politica, il primo con Lenin, il secondo con Stalin.

In centro: il distintivo della KGB, già identico all'epoca.

A destra: un manifesto che esalta l'ottimo lavoro compiuto dalla polizia politica (ora GPU) nel fulminare gli inflitrati borghesi.

Una volta finita la Guerra Civile (1918-21), cadeva anche la motivazione dei infiltrati a soldo di agenti nemici: la Ceka fu disciolta. Le sue funzioni furono trasferite nel 1922 a GPU (Direttorio politico di Stato), che inizialmente fu concepita con meno poteri rispetto al suo predecessore. La morsa di repressione contro la popolazione si ammorbidì. Il paese tirò un sospiro di sollievo fino alla morte di Lenin e la successiva ascesa di Joseph Stalin. Sotto la sua guida la polizia politica si rinvigorì e riacquistò tutte le sue funzioni repropunitive, con tutto il suo apparato di vecchie e nuove prerogative. Il passaggio fu evidente anche con il cambio di nome in ormai tristemente famosa NKVD (Commissariato del popolo per affari interni). Un organismo ormai fuori da ogni controllo sia della legge che del partito. Ai soli ordini di Stalin, o Segretario Generale che si voglia. NKVD sarà soprannominata da Stalin stesso la "scure del popolo", e scure effettivamente fu, contro il popolo però. Per dare un'idea dell'immane tragedia che NKVD portò avanti, basti citare che, sulla base di nuove carte disponibile dagli Archivi del Cremino, gli storici moderni parlano di trenta milioni di morti di sovietici nell'intero periodo di governo staliniano: 30.000.000!

La polizia segreta rimase la più potente e temuta istituzione sovietica lungo tutto il periodo Stalinista e oltre, fino agli inizi degli anni '90, quando la prima statua ad essere abbattuta durante gli scontri che porteranno alla fine dell'Unione Sovietica, sarà proprio quella di Dzersinskij, davanti alla Lublijanka, sede del KGB.

I GULAG (Direzione di Stato dei Lager)

Il sistema sovietico dei campi di lavoro forzato fu istituito nel 1919 dalla Ceka, ma fino al 1930 la loro popolazione non raggiunse mai cifre notevoli. Dal 1934, in concomitanza con il Grande Terrore, sotto l'amministrazione del NKVD, la loro popolazione raggiunse diverse milioni di internati. Erano prigionieri oltre agli omicidi, ladri ed altri comuni criminali, anche i dissidenti politici e religiosi. La rete dei GULAG, i cui campi erano tutti in regione remote della Siberia o del lontano nord, ha portato un significativo contributo all'economia sovietica. I prigionieri dei GULAG costruirono le principali opere pubbliche che hanno cosi reso famoso Stalin: i canali Mare del Nord- Mar Balitico, Mosca-Volga, le ferrovie di Baikal- Amur, numerose stazione idroelettriche e arterie stradali strategiche oltre ad intere fabbriche in regioni remotissime. Per non parlare di estrazione in miniere di carbone, oro e rame (in cui fra gli altri lavoro Korolev).

Una lettera mandata da alcuni ingenui ex-prigionieri del GULAG al Comitato Centrale del partito con la descrizione delle condizioni di vita "al di la dell'immaginazione umana" nei campi di prigionia. Clicca per ingrandire (in russo).

Stalin continuamente aumentava il numero dei progetti assegnati al NKVD, che di seguito portava a un aumento del carico lavorativo dei prigionieri. I GULAG servivano anche come un pozzo di manodopera esperta e non per le più diverse aziende statali.

Le condizioni di vita nei campi erano veramente nauseanti. I prigionieri ricevevano una razione inadeguata di cibo ed erano per lo più senza vestiti (in Siberia). In genere subivano ogni tipo di maltrattamento fisico e psicologico da parte delle guardie. Come risultato, la percentuale di morti era altissima. Dopo la morte di Stalin nel 1953, la popolazione dei campi fu ridotta sensibilmente e le condizioni di internamento migliorati. Ma i campi di lavoro forzati continuarono ad esistere, anche se su una piccola scala fino alla fine del regime. Solo sotto Gorbaciov fu possibile visitare alcuni campi ad alcuni giornalisti ed attivisti per i diritti umani. I campi furono chiusi definitivamente solo con il crollo dell'Unione Sovietica, nel 1993.

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