Il Progetto

Movie-Lives

 

Ho vissuto, ho pensato….

….mi sono emozionato”

                                                                    

                                  (Sergei Eisenstein)

 

 

 

 

 

MOVIE LIVES significa VITE DA CINEMA, esistenze particolari, che sono diventate famose e sono rimaste nella storia, nella memoria collettiva, per la loro singolarità.  Proprio per questo molti registi e attori hanno deciso, nel corso degli anni, di ricrearle, per dare loro l’assoluta certezza dell’immortalità. Virginia Woolf, Pablo Picasso, Adolf Hitler, Arthur Rimbaud, Sibilla Aleramo e John Forbes Nash sono i personaggi eccentrici ed unici che ho deciso di analizzare ed illustrare, confrontando le loro figure con quelle ricreate dalla MACCHINA DEI SOGNI. Per la mia ricerca ho utilizzato diversi libri di testo, numerosi film, romanzi ,ma anche le risorse che un mezzo come Internet mi poteva offrire. Il prodotto finale da me creato è un ipertesto, completo di testi, suoni, filmati e immagini. Dopo un’introduzione al cinematografo e al suo precursore, la macchina fotografica, argomenti legati prettamente all’ ottica, la mia rielaborazione è stata suddivisa in diverse sezioni. Per ogni personaggio sono stati inseriti biografia, opere, stile e/o pensiero e il film preso in considerazione. Non solo lo stile, ma anche le biografie sono di grande importanza all’interno della tesina, in quanto strettamente collegate con le scelte di registi e attori nelle loro creazioni. Per ogni film vengono forniti  la trama, una breve biografia degli attori, una galleria fotografica, alcune recensioni ed interviste e brevi filmati, che verranno mostrati e commentati durante la prima parte del colloquio orale. Le pagine qui allegate rappresentano esclusivamente la parte letteraria del progetto, mentre quella cinematografica verrà mostrata attraverso l’ausilio di un computer, che permetterà di sfruttare le qualità multimediali dell’ipertesto. 

 

 

 

CHE COS’E’ CHE CI FA ANDARE AVANTI?

COS’E’ CHE ACCENDE DENTRO DI NOI, CON TANTA

VEEMENZA, QUELL’ INCOMMENSURABILE PIACERE  

E CI SORPRENDE?...

ALLORA NON C’E’ NIENTE CHE SIA ABBASTANZA LENTO,

NIENTE CHE DURI TROPPO A LUNGO…

E SI VORREBBE DIRE  A OGNI MOMENTO “FERMATI, FERMATI,…FERMATI”.

 

Con queste parole voglio iniziare il mio percorso, perché penso siano quelle che meglio riescono ad esprimere il significato di questa tesina di fine anno. MOVIE LIVES significa “VITE DA CINEMA”,  esistenze particolari che sono rimaste nella storia per la loro importanza e per la loro unicità, tanto da aver indotto registi e attori a riprodurle e imitarle. Virginia Woolf, Pablo Picasso, Adolf Hitler, Arthur Rimbaud, Sibilla Aleramo e John Forbes Nash: personaggi eccentrici e particolari che sono diventati il tema della mia ricerca. Il rapporto fra cinema e letteratura, cinema e scienza, cinema e storia è probabilmente uno dei più interessanti del XX e XXI secolo. Ma come funzione il cinema, la “MACCHINA dei SOGNI”? Su quali principi si basa? La struttura e il funzionamento della macchina fotografica sono di massima importanza per poter dare a queste domande una risposta. La macchina fotografica può essere infatti considerata la base sulla quale si è sviluppato il cinematografo. Volendo darne una definizione veramente semplice, possiamo dire che si tratta essenzialmente di una “scatola” dotata di un’apertura circolare, attraverso la quale un sistema di lenti, detto OBIETTIVO, proietta le immagini su di una superficie sensibile alla luce (la PELLICOLA), posta all’interno della scatola stessa. Questa pellicola ha infatti la capacità di fissare le immagini. Questa proprietà le è fornita da una sostanza particolare, sensibile alla luce, che la riveste. Esistono oggi sul mercato due tipi di macchine fotografiche: REFLEX, con obiettivo intercambiabile, e COMPATTE, con obiettivo fisso. Nella macchina fotografica ci sono alcuni elementi fondamentali. Il primo di essi è l’OBIETTIVO. E’ posto nella parte frontale della macchina e contiene un sistema di lenti e il DIAFRAMMA. Il compito dell’obiettivo è quello di catturare i raggi luminosi e di proiettarli sulla pellicola. Per alcune leggi dell’ottica, le immagini vengono proiettate capovolte e rovesciate rispetto alla realtà. Gli attuali obiettivi sono costituiti da numerose lenti, di diversa forma e dimensione, che hanno il compito di riprodurre una immagine il più fedelmente possibile. La presenza di molte lenti serve per eliminare gli errori, che l’uso di una sola lente potrebbe determinare. Un’altra caratteristica fondamentale è la LUNGHEZZA FOCALE, è definita come distanza tra il centro ottico dell’obiettivo ed il piano focale. In pratica, per un obiettivo elementare, costituito da una sola lente, è la distanza alla quale deve essere posta la lente rispetto alla pellicola affinché l’immagine riportata su di essa risulti perfettamente nitida. Le macchine reflex, avendo la possibilità di cambiare obiettivo, possono modificare la loro lunghezza focale e, di conseguenza, l’ingrandimento relativo di un’immagine. Un obiettivo da 50mm riproduce immagini con ingrandimento simile alla realtà. Con una lunghezza minore di 50mm, le dimensioni vengono rimpicciolite, mentre, con obiettivi di lunghezza superiore ai 50mm, le immagini risulteranno ingrandite. La lunghezza focale determina anche la porzione di spazio inquadrabile da un obiettivo. Maggiore è la lunghezza focale, minore è l’angolo di spazio di campo inquadrato. In base alla distanza focale, distinguiamo 3 tipi di obiettivi: GRANDANGOLARI (35 mm o minori), NORMALI (50mm), TELEOBIETTIVI (85mm o maggiori). Per realizzare una buona fotografia, l’esposizione alla luce risulta di grande importanza e la parola FOTOGRAFIA significa infatti “scrivere con la luce”. I meccanismi che determinano la quantità di luce che arriva alla pellicola sono: il DIAFRAMMA e l’OTTURATORE. La luce raggiunge la pellicola attraverso un foro: il diaframma è il dispositivo che può variare l’apertura di questo foro. Maggiore è il foro, maggiore è la quantità di luce che arriva alla pellicola. L’apertura del foro viene indicata da un numero: maggiore è il numero, minore è l’apertura. Di solito viene indicato con una f, seguita dal numero corrispondente all’apertura ( da f/1 fino a f/22 ). L’otturatore serve invece per determinare il tempo di esposizione della pellicola alla luce. E’ una sorta di tendina posta fra la pellicola e il diaframma. Maggiore è il tempo di apertura, maggiore sarà il periodo di esposizione. Si va da aperture di alcuni secondi fino ad alcuni millesimi di secondo. Il CINEMATOGRAFO fu una scoperta molto complessa. Presupponeva di risolvere diversi problemi come la formazione di immagini su pellicole di celluloide, la proiezione delle immagini, l’analisi e la sintesi del movimento in immagini, infine la sincronizzazione di tutti questi fattori attraverso la pellicola bucata e mobile. Inizialmente le immagini venivano catturate su lastra sensibile, impressionando il suo rivestimento chimico. I sali d’argento vennero usati per perfezionare il processo e la sensibilità, fino a quando non venne creata la pellicola morbida, arrotolabile. Per proiettare le immagini su schermo serviva una sorgente luminosa e una lente, per ingrandirle. Per produrre il movimento delle immagini, occorreva ottenere una successione sufficientemente rapida di immagini distinte ma poco differenti: a causa della lentezza della persistenza delle immagini sulla retina, circa 1/10 di secondo, non possiamo differenziare due eventi che sono distanziati nel tempo da un intervallo minore di 1/10 di secondo. Con le pellicole di celluloide si possono cominciare a creare i primi film e le invenzioni si succedono, fino a quando i fratelli Lumière  inventano la pellicola perforata e il suo trattamento. La pellicola perforata avanza di uno scatto sotto la spinta di un pedale. Nel cinematografo, poiché un’immagine persiste ancora quando giunge sulla retina la successiva, ogni immagine sembra saldarsi alla precedente e alla seguente e l’osservatore acquista l’illusione  di vedere riprodotto il movimento del corpo. Il loro cinematografo è la prima camera fabbricata industrialmente, che permette senza modificazione di proiettare i film e gioca di volta in volta il ruolo di camera o di proiettore. Il 28 dicembre 1895, a Parigi, avviene la prima dimostrazione. La sonorizzazione del cinema avviene nel 1927, con il primo film sonoro.

 

Il primo film di cui vorrei parlare è The Hours.  It’s a movie created on the book by Michael Cunningham. It narrates the story of 3 women, who live in 3 different periods and are linked to each other by the novel Mrs. Dalloway. One of the pivotal characters is Virginia Woolf, played by the academy award winner Nicole Kidman. Virginia Woolf is one of the most important English writers of the first half of the 20th century. The film describes her last years of life,  especially the period of the creation of Mrs Dalloway and the moment when  Virginia decided to kill herself. She was a very strange and interesting person, who experienced mental and phisical depression and breakdowns, probably caused by a sexual abuse , undergone when she was a child. The film begins with her suicide and with her voice repeating the word of the letter she left to her husband before dying.(film) I think this is one of the most beatiful love letters I have ever read because it expresses the great respect and affection of Virginia for her husband Leonard but it also explains with direct words her inability to bear another period of depression. Her suicide was probably caused by the horrors of the first and second world war, which were destroying her world. She was very similar to Clarissa Dalloway: she loved London and parties, she loved life but as we can hear at a certain point of the film “if she had to choose between Richmond (the place in which she was searching for quietness and peace ) and death, she would choose death”.  She drowned herself because she considered death by water the only possible solution for life’s problems.Nicole Kidman spent great time trying to acquire the attitude of Virginia. She began to smoke, she learnt to write with her right hand, and to move in a particular way. She read everything possible about Virginia and she even wore a different nose, in order to make the transformation perfect.In my opinion she gave a fantastic performance, she appears totally absorbed  by her character. She  really seems to think “I am Virginia Woolf”. The other actresses represent a MODERN MRS.DALLOWAY (MERYL STREEP)  and an unsatisfied young woman (JULIANNE MOORE) who acquires the force to leave her husband and children thanks to the novel she’s reading : Mrs Dalloway. In the scene of the station, when Virginia is joined by Leonard who scolds her because of her escape from home, we can see the most intense and emotional dialogue of  this year between a man and a woman who love eachother but are obstructed by the mental state and the needs of Virginia.Clarissa  Dalloway is a middle aged woman who finds it difficult to mediate between her sense of dissatisfaction towards her life and her class consciousness. She needs to gain the admiration of other people in order to become a perfect human being and to forget about her failures. She hopes that creating happiness for someone else will in turn create more meaning in her own life. During the film we follow her day trough  New York , recognising some actions taken from the novel of Virginia Woolf . Clarissa buys the flowers for her party like the character in the book, and she is called Mrs. Dalloway by her friend Richard because she’s so similar to her. We follow  her reactions to the events. Virginia Woolf considered human beings like shadows, who love shadows and whose destiny is to vanish as shadows. We live thanks to fragments. At a certain point of the film Clarissa says : “ This is what people do : they stay alive for each other”. Virginia Woolf knew that people had not a rigid profile, they are changing and changeable,  since they are deeply  affected by time and experience.(leggi brano)-(film2)

 

La seconda vita da Cinema è quella di Picasso. Surviving Picasso interpretato da Antony Hopkins e Natascha McElhone ha come fonte Picasso : Creator and Destroyer di Arianna Huttington, ma anche Vivre avec Picasso di Francoise Gilot. La storia narra gli anni della vita di Picasso, durante i quali il rapporto tra il genio del 20° secolo e la studentessa Francoise Gilot si viene lentamente creando e lentamente logorando. La vita di Pablo Picasso fu caratterizzata da moltissimi incontri e moltissimi legami sentimentali.Da Malaga, sua città natale, si sposta a Barcellona per andare all’Accademia di Belle Arti e infine a Parigi. Nonostante il suo matrimonio, Picasso ama moltissimo frequentare donne diverse e cambiare spesso compagna. Nel 1943 incontra Francoise  e la ragazza cede al  fascino del pittore già sessantenne. Convivono per diversi anni e la Gilot da alla luce 2 figli: Paloma e Claude.  Picasso non aveva un carattere facile e il film sottolinea, in modo particolare, il suo maschilismo e la quasi totale insensibilità nei confronti delle donne che frequentava, fino quasi a ridurle ad oggetti .Quello che emerge in molte scene è la difficoltà e l’ansia che Gilot prova nei confronti dell’uomo che ama. Probabilmente il titolo si riferisce a lei, protagonista di un film che di donne è colmo. Più che Picasso artista è Picasso uomo che viene analizzato. Egoista, egocentrico, avaro, spesso iracondo, despota, meschino, crudele, trattava le donne come schiave (e due finiscono suicide) e gli amici come servi.La voce narrante è quella di Francoise, unica donna di Picasso che gli tenne testa, non si fece calpestare, lo abbandonò, essendo consapevole che l’unico modo di sopravvivere era lasciarlo. Non smise mai però di amarlo. Una delle cose che più colpiscono in questo film è la somiglianza impressionante fra Picasso e Antony Hopkins, non solo fisisca ma amche comportamentale. L’attore  Gallese viene definito intelligente, determinato e lunatico e si è sposato 4 volte. Dopo il film su Nixon Antony Hopkins torna a confrontarsi con un ruolo biografico difficile. Considera Picasso come: “ un genio egoista, ma anche uno spirito immenso che ha seguito le proprie regole e non quelle idiote dei piccoli – borghesi che sono arrivati a considerarlo persino un mostro”. Picasso aveva rispetto per ogni persona di qualsiasi condizione sociale, ma anche una grande incapacità di accettare le debolezze degli altri. Hopkins dice di avere la stessa incapacità di Picasso di perdonare. E’ stato difficile muoversi come un genio. Hopkins cattura “i gesti attraverso la mimica. Ha finto di essere Picasso:  ha imitato la sua forza, il suo amore per la vita, le sue visioni, dicendosi “Buonanotte signor Picasso” e “Buongiorno signor Picasso”. (film)

 

Sibilla Aleramo è sicuramente una donna difficile da reperire sui libri di testo e anche il materiale che sono riuscita a trovare su internet si limita ad una corta biografia . Nonostante abbia trovato estremamente interessante il personaggio di Sibilla, la sua vita e anche il suo modo di scrivere, purtroppo il film Un viaggio chiamato amore ,che descrive il suo rapporto con Dino Campana è quello che mi ha deluso di più. Come Picasso Sibilla ha avuto una vita intensa , piena di relazioni sentimentali mai andate a buon fine. Rina Faccio (vero nome di Sibilla Aleramo) nasce nel 1876 ad Alessandria e muore nel 1960 a Roma. La sua ideologia profondamente influenzata dal fallimento matrimoniale dei genitori, dal tentato suicidio della madre, dalla seduzione da parte di un impiegato del padre quando è poco più che adolescente e da un matrimonio riparatore, sarà caratterizzata da un femminismo crescente, testimoniato dai suoi interventi su Vita Moderna  e altre riviste. Dopo un intenso rapporto con Cena, la sua vita si trasforma dannunzianamente. in un’opera d’arte. Si avvicina all’ambiente futurista. Viaggia a Parigi e durante la Grande Guerra incontra Campana con cui ha una relazione turbolenta. Aderisce al manifesto antifascista promosso da Croce e nel dopoguerra si iscrive al PCI. Si dedica a un impegno sociale sempre più intenso. La frase testamentaria scritta da lei nel  suo diario è “ Ho fatto della mia vita, come amante indomita, il capolavoro che non ho così avuto modo di creare in poesia”.  Tutti i rapporti con uomini importanti come Campana, Quasimodo, Boccioni e con quelli meno noti, sono provocati da un immenso bisogno di amore causato dalla mancanza del figlio (lasciato all’età di 7anni e che vedrà pochissime volte) che si scontra con la “sterilità del maschio” come scrive citando la Woolf. All’interno dell’ambiente letterario viene considerata come “una divoratrice di sesso”. Quando supera questo bisogno inappagato d’amore si iscrive al PCI  suscitando scalpore. Viaggia moltissimo e intrattiene amicizie con Togliatti, Pavese, Calvino, Visconti, Moravia, Ungaretti, Saba, Joice. Fu un importante punto di riferimento per molti giovani e soprattutto per le FEMMINISTE  formatesi sui libri della Wolf di Simone de Beauvoir  e di Victoria Sackville-West. Il suo più grande dispiacere era “essere condannata a sparire senza che niuno  possa veramente tramandare la mia essenza, nonostante tutte le poesie che ho scritto e detto, nonostante tutto l’amore illimitato che ho nutrito per i singoli e per l’umanità”. Il film descrive la relazione tormentata tra Sibilla e Dino Campana, attraverso l’uso del carteggio tra i due fra il 1916 e il 1918. La condizione  mentale di Campana rende la situazione molto difficile da sostenere. Nel film si nota bene l’immediata passione che nasce fra i due scrittori. L’attrice che interpreta l’Aleramo è Laura Morante, attrice dal repertorio impegnato e con alle spalle film con Bertolucci ,  Monicelli e Moretti. Michele Placido ha voluto dare maggior rilievo alla passione,  rispetto alla poesia e questo, secondo me,  influisce enormemente sulla pellicola, poiché, mentre Laura Morante riesce ad interpretare il suo ruolo con capacità espressiva notevole, Stefano Accorsi risulta quasi irritante, non riuscendo ad esprimere appieno il carattere visionario e tumultuoso del poeta “maledetto” italiano Il film risulta lento e in alcuni momenti piuttosto noioso. La coppia Morante Accorsi non riesce a convincere e non esprime tutta la passione che invece il brano che vado a leggere illustra in modo inequivocabile.

 

 

A Beautiful Mind si basa sulla biografia di John Forbes Nash  scitta da Sylvia Nasar  “IL GENIO DEI NUMERI”.Nash,  ancora vivente,  è nato nel 1928 e ha vissuto una situazione familiare felice e amorevole. Era un bambino particolare, che preferiva giocare in disparte. Non è apparso subito come un genio, ma piuttosto come un bambino emarginato. Invece di colorare, studiava libri di scienza. Dai 14 anni ha incominciato ad interessarsi alla matematica. Gli piaceva torturare gli animali e una volta  ha legato sua sorella a una sedia collegata alla corrente elettrica. E’ entrato alla Carnegie Institute of technology e subito è stato  riconosciuto il suo talento. Ha mostrato tendenze omosessuali, che nel film, interpretato da Russell Crowe, non vengono inserite, forse per non “turbare” il pubblico. Durante gli studi per il suo dottorato ha  stabilito  i principi matematici della TEORIA DEI GIOCHI. Dopo aver ottenuto il dottorato con una tesi intitolata “ Non Cooperative games, è passato all’insegnamento,  ma il suo tipo di insegnamento era inusuale e non ortodosso. Problemi mentali come schizofrenia e paranoia, hanno cominciato a manifestarsi molto presto,  ostacolando il suo lavoro e la sua vita privata. Ha avuto un figlio da una prima relazione,( anche questo aspetto è stato completamente  ignorato dal film) mentre dal 1955 ha cominciato una relazione stabile con una sua studentessa, Alicia Larde, rappresentata nel grande schermo da Jennifer  Connelly. Si sono sposati nel 1957. La condizione mentale di Nash è peggiorata progressivamente: abbandonò i corsi sulla teoria dei giochi e sostenne di aver trovato dei messaggi in codice fra gli articoli del Times. Si trasformò in una figura che spaventava la stessa Alice. rinchiuso in un ospedale Psichiatrico per essere curato, attraverso terapia con insulina. Alla fine Alice divorziò da Nash, che divenne sempre più solitario e isolato, sentiva voci , leggeva messaggi comunisti crittografati. Il suo lavoro matematico ha continuato nonostante tutto ad avere grande successo.  Nel  1994 ha ricevuto il PREMIO NOBEL in scienze economiche per il suo lavoro sulla TEORIA DEI GIOCHI. La trasposizione cinematografica della sua vita risulta basata sul solito standard del colossal cinematografico, caratterizzato da buoni sentimenti e buone intenzioni. Vengono omesse   numerose informazioni, come l’omosessualità e il figlio della prima compagna, Russell  Crowe passa da IL GLADIATORE a BEAUTIFUL MIND in modo quasi camaleontico, con grandi capacità recitative. La sua interpretazione e quella di Jennifer Connelly sono degne di essere sottolineate ed elogiate. Si da ampio spazio ai problemi mentali di Nash, mentre poco spazio viene lasciato alle TEORIE MATEMATICHE, probabilmente per catturare il pubblico con un film soprattutto emotivo. Russell Crowe ha cercato informazioni sulla malattia di Nash, per potersi calare nel personaggio, e ha ascoltato i colleghi del matematico. Lo stesso Nash si presentava spesso sul set  rispondendo alle domande dopo aver riflettuto a lungo. Jennifer Connelly  interpreta  una donna che non si lascia intimidire dal personaggio di John, non ha paura di lui quando lo conosce. Cerca di cambiarlo e sembra riuscirci in parte. La scena che ho scelto è quella che porta Nash ad elaborare la sua TEORIA DEI GIOCHI, e mostra bene come la sua mente collegasse qualsiasi esperienza quotidiana al suo lavoro e alla sua indole matematica.(film)

 

 

La scelta di un personaggio come Adolf Hitler può forse sconcertare. In realtà ho scelto di inserirlo in MOVIE LIVES perché si tratta di una delle personalità più importanti dello scorso secolo e perché è stato l’oggetto di una delle satire più belle della storia del Cinema: IL GRANDE DITTATORE. Hitler nacque nel 1889 ( lo stesso anno in cui nacque Chaplin). L’infanzia la passò spostandosi, insieme ai genitori, in diverse città, poi i suoi genitori morirono lasciandolo solo quando  era ancora un ragazzo. Si arruolò e combattè in prima linea per 4 anni nella prima guerra mondiale. Entrò nelle file del German Workers Party, diventandone il leader e trasformandolo poi nel Partito Nazista. Nel  1920, furono decretati i 25 punti del programma del partito, che prevedeva l’eliminazione degli Ebrei. Come leader dei nazisti cercò di conquistare il potere con la forza. condannato alla prigione e cominciò a scrivere il Mein Kampf, che divenne la 2° Bibbia della Germania nazista.  Nel 1933 Hitler sale al potere come cancelliere, le misure attuate per eliminare gli ebrei furono svariate: esclusione graduale della maggior parte delle attività  professionali , c’erano regole che riguardavano i luoghi frequentabili e quelli proibiti, sanzioni economiche; gli ebrei erano attaccati. molestati e perseguitati; venivano rinchiusi nei campi di concentramento, picchiati o uccisi: La seconda guerra mondiale cominciò nel 1939, con l’attacco alla Polonia e fu nel 1941 che Hitler ordinò lo sterminio degli ebrei.  che i nazisti chiamavano End losung ( “la soluzione finale”). Nei campi di concentramento gli ebrei venivano uccisi nelle camere a gas e cremati nei forni crematori; l’uccisione degli ebrei continuò fino agli ultimi giorni di combattimento, fino al 1945 quando la Germania venne sconfitta e quando Hitler si suicidò. Il film scritto, diretto ed interpretato da Charlie Chaplin nel 1940, non ebbe vita facile. Sin dalle prime fasi delle riprese, la pellicola creò scalpore, anche fra gli stessi americani, che la videro come un progetto filo-comunista, In Germania la visione de “ IL GRANDE DITTATORE” fu permessa solo dopo il 50, si tratta del primo film parlato di Chaplin, che, grazie alle sue grandiose capacità espressive, non può far altro che essere favorito dall’uso della parola. Entrambi i personaggi portarono i baffi e Chaplin sosteneva che Hitler glieli aveva copiati. Erano entrambi personalità asociali, incapaci di integrarsi, vissero in un orfanotrofio e coltivarono ambizioni artistiche. Nel film si nota subito la straordinaria somiglianza fra attore e personaggio reale. La storia si basa su uno scambio di persona: un barbiere ebreo, dopo aver subito diverse persecuzioni, essere stato incarcerato ed essere scappato, viene scambiato per il Dittatore di Tomaia (Germania) Hynkel (Hitler). Nel film vengono sottolineate le persecuzioni nei confronti degli ebrei. Anche Benito Mussolini trova spazio in questa satira pungente e viene chiamato con il nome di Napoloni (Tack Oakie). Alle scene di muto in bianco e nero, basate sulla gestualità, si alternano quelle parlate. In particolare vorrei  concludere il mio intervento con la scena che io ho trovato più significativa: il discorso finale fatto da Chaplin, nei panni del barbiere già scambiato per  Hynkel. Si  tratta di un monologo di grande attualità ed, essendo pronunciato da “Hitler”, la sua eccezionalità diventa ancora maggiore.(film)