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Due sono le famiglie originarie dell'Isola di Gorgona: i Citti e i Dodoli. Queste due famiglie, furono espiante dalla campagna lucchese dal governo fiorentino per destinarle ad una specie di domicilio coatto in mezzo al mare. Hanno sempre vissuto di pesca, riuscivano a pescare anche 3 o 4 quintali d'aragoste a settimana e 120-130 d'acciughe che mettevano sotto sale per poi venderle in "continente". Cesira Citti, fedele alla sua isola, non si è mai spostata, ha sempre preferito restare sola, ma rimanere sulla sua isola. Gli abitanti dell'isola oltre al cognome, hanno in comune una storia di duro lavoro, in contatto con il mare che non sempre è generoso e spesso si porta via le persone care, come il fratello di Gino Citti annegato durante una burrasca.

Anche qui, come l'anno scorso abbiamo incontrato Dante Alighieri che ciṭ quest'isola nel canto XXXIII dell'Inferno (versi 79-84): 

"Ahi Pisa, vituperio delle genti 
del bel paese là dove 'l ś sona 
poi che i vicini a te punir son lenti, 
muovasi la Capraia e la Gorgona, 
e faccin siepe ad Arno in su la foce, 
ś ch'elli anneghi in te ogni persona!" 

Nella maledizione dantesca viene auspicato lo spostamento delle isole di Capraia e Gorgona verso la foce dell'Arno in modo tale da provocarne l'ostruzione e la conseguente morte per inondazione di tutti i Pisani.